Press - Reviews
05th May 2008
Zoom Code review, Stereo Invaders

Thanatoschizo
Zoom Code
CD, My Kingdom Music, 2008


I Thanatoschizo sono una band portoghese in attivo da ormai dieci anni, e con questo “Zoom Code” giungono al quarto album, che esce a distanza di quattro anni dal precedente “Turbolence”, eletto come miglior album portoghese dell’anno, ed il genere proposto è un misto tra progressive death metal, gothic, world music e avantgarde. Il gruppo è composto da sei elementi, e la parte vocale è equamente divisa tra la voce angelica della brava Patricia Rodrigues e dalla voce dark del chitarrista Eduardo Paulo, che alterna il cantato pulito con quello growl. Le composizioni sono quasi tutte basate su sampling, e le tastiere sono molto presenti, come del resto lo sono le chitarre. Una cosa che mi ha impressionato, oltre la registrazione, è il drumming forsennato di Paulo Adelino, autentico mostro dietro le pelli, che si adatta molto bene allo stile di ogni brano, ma soprattutto sono eccezionali le sue entrate di doppia cassa che fanno letteralmente sobbalzare l’ascoltatore. Il primo pezzo è una vera bomba, e rimango ipnotizzato dalle rullate di batteria che introducono “Thick’n’Blury”, che vede Eduardo cantare pulito e malinconico, ma appena Patricia inizia ad intonare le prime note, la song si apre, e la sua voce ricorda molto da vicino quella di Anneke ex The Gathering che sentivamo su “Mandylion”. Si prosegue su alti livelli, e “L” stupisce ancora di più del precedente brano. Questo pezzo è molto duro, pieno di cambi di tempo che esaltano la prestazione monumentale del batterista, e che culmina nell’assolo di violino da parte del guest Timb Harris degli Estradashere. E così si prosegue su alti livelli di ispirazione, fino al duo “The Shift” e “Last Of The Few”, ma poi la tensione cala, ed i rimanenti brani sembrano dei riempitivi, ed anche se si prosegue con le sperimentazioni, a volte si cade in certe melodie molto difficili da assimilare. Davvero un peccato, perché le premesse c’erano tutte, comunque “Zoom Code” rimane un ottimo album, molto oscuro, drammatico ed intenso. Brano Migliore: “L”. Brano Peggiore: “Pervasive Healing”. [7,5/10]

Smaz
5 CDs + 1 EP
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